IV.1 LA VALORIZZAZIONE

La Foresta Fossile della Val Cesano rappresenta un bene di ampia portata e di eccellenza per il nostro territorio, nel suo duplice aspetto di componente dei sistemi ambientali e del patrimonio culturale e scientifico.

Questa straordinaria testimonianza della storia della Terra e della Vita può contribuire allo sviluppo economico del nostro territorio tramite un adeguato piano di Recupero, di Tutela e di Valorizzazione.

Per quanto concerne la valorizzazione le amministrazioni comunali della valle del Cesano si sono mostrate molto interessate. Hanno contribuito alla divulgazione della scoperta e si sono dichiarate pronte e disponibili a contribuire ad interventi futuri, quali la realizzazione di una struttura museale stabile e di un percorso di visita in situ.

In particolare, l’amministazione del comune di Monte Porzio, nella persona dell’assessore all’urbanistica e dell’ambiente David Guanciarossa, in un convegno avvenuto nel maggio 2002, si è mostra favorevole alla realizzazione di un percorso geo-naturalistico sito nell’attuale “Parco della Vita” a Monte Porzio.

Risalendo il fiume dalla foce percorrendo la S.S. 424, il parco si raggiunge girando a sinistra nella strada che costeggia il piccolo affluente del Cesano, il Fosso del Ponte, e che porta all’acquedotto.

Questa posizione centrale, non può che creare una suggestione del tutto particolare sia al turista occasionale che al visitatore più attento, offrendo un ulteriore sito culturale da visitare.

Dopo circa duecento metri si raggiunge l’ingresso al parco (Figura 41.), che deve il suo nome simbolico agli alberi piantati dai ragazzi delle scuole del comune.


Figura 41 : Ingresso al Parco della Vita

L’area consiste in un ampio parcheggio, contornato da una staccionata in legno, e confinante a sud-est e sud-ovest con il fiume, a nord-est con un parchetto giochi, molto frequentato nelle ricorrenze festive, e a nord-ovest con l’area adibita agli alberi piantati. è possibile scendere al fiume in diversi punti dopo un piccolo dislivello e costeggiarlo, anche attraversandolo, nei periodi di secca estivi con normali scarpette da ginnastica.

In tale luogo ho realizzato un’idea di progetto (Figura 42) riguardante un percorso didattico cercando di limitare le spese e che sia adeguato all’inserimento naturalistico della zona.


Figura 42: Pianta del progetto del percorso; le macchine fotografiche indicano i punti di scatto delle foto successive; i numeri indicano le soste previste; le p sono le aree di parcheggio.

L’allestimento dell’area prevede l’entrata e la possibilità di parcheggiare nell’attuale area adibita a sosta, procedendo solamente al rinnovo del terreno. Questo consiste nel creare zone di verde, prati con erba bassa all’inglese che richiedono normale manutenzione da parte di giardinieri. Per l’area del parcheggio ho proposto anche una siepe, che corre lungo i due lati confinanti con il fiume, per creando nicchie interne dove inserire le aree di sosta per le stazioni numero uno, quattro e cinque.

Una volta parcheggiata l’auto, è subito visibile quale sia l’inizio del percorso, anche grazie ai cartelli direzionali che accompagnano il tragitto (Figura 43).

La prima stazione che si incontra è chiamata “IL GAZEBO” la quale è racchiusa dalla siepe e dove è possibile osservare il primo tronco fossile, che si trova incassato nel terreno, protetto da agenti atmosferici e da possibili atti di “vandalismo”.Il gazebo, delle dimensioni di 4x4 m, si trova sopra il tronco, e porta i primi due pannelli esplicativi che permettono di prendere visione delle prime informazioni (Figura 44). Nel primo pannello (Figura 45), vengono riportate informazioni generali sul fiume e sulla Valle de Cesano, sui Comuni attraversati e una cartina del percorso a cui far riferimento.

Nel secondo pannello (Figura 46), sono invece illustrati i risultati ottenuti dalle datazioni del radiocarbonio, dall’analisi botanica, dall’analisi granulometrica e diffrattometrica.


Figura 43 : Inizio del percorso

Figura 44: Stazione N°1

Figura 45 : Pannello 1

Figura 46: Pannello N°2

Seguendo la direzione indicata dai cartelli, si giunge alla sosta numero 2, chiamata “IL PINO SILVESTRE” (Figura 47).

In questa stazione è possibile osservare la pianta tipica della Foresta Fossile, il Pino silvestre, a cui hanno portato le analisi botaniche. Effettuando un giro antiorario attorno ad esso si incontrano due nuovi pannelli esposti su di una bacheca in legno.

Nel pannello numero tre (Figura 48), viene trattato l’aspetto botanico della Foresta Fossile, spiegando le caratteristiche morfologiche più importanti della famiglia di appartenenza dei pini, le Pinaceae.

Il quarto pannello (Figura 49) illustra invece il contesto climatico-ambientale contemporaneo alla Foresta Fossile risalente a circa 50 mila anni fa, soffermandosi in particolare sulla situazione climatica al tempo dell’ultima glaciazione.

Lasciata la seconda sosta, si procede verso la terza stazione, definita “A TU PER TU CON I TRONCHI”. Questa è però una sosta particolare, infatti, assieme alla stazione numero 6, è osservabile solamente nei periodi di secca estivi visto che per gran parte dell’anno il raccordo si trova ricoperto dal livello del fiume (Figura 50)

La terza stazione è progettata in corrispondenza dei siti di ritrovo N° 5-6-7, quelli in cui sono maggiori i resti fossili e dove si sono estratti i campioni sottoposti alle analisi.


Figura 47 : Stazione N° 2

Figura 48 : Pannello 3

Figura 49 : Pannello 4

Figura 50: Percorso di raccordo tra le stazioni 2 e 3

Dopo aver percorso circa 200 metri lungo la sponda del fiume, anche con semplici scarpe da ginnastica, è possibile prendere finalmente visione dei resti fossili ancora inseriti negli strati, sia di ghiaia, quelli più alti, che di argilla, quelli ad una altezza di quasi un metro (Figura 51). Come illustrazione, è presente un singolo pannello, il quinto (Figura 52), il quale mostra l’evoluzione  del Fiume Cesano da 50 mila anni fa sino ad oggi riportando anche alcune foto degli affioramenti circostanti.


Figura 51: Stazione N°3

Figura 52: Pannello N°5

Tornando indietro per la stessa strada o attraversando il fiume su delle apposite passerelle, è possibile ammirare il parco da lontano ed avere una suggestiva visione di come questo domini sul corso del fiume che gli passa attorno come aggirandolo (Figura 53).


Figura 53: Parco della Vita visto dalla stazione N°3

Arrivati alla quarta stazione chiamata “CAMMINANDO CON L’UOMO DI NEANDERTHAL” (Figura 54), è possibile percorrere un tratto di quasi 10 m confrontando le proprie impronte da quelle lasciate, ovviamente sono una riproduzione su un calco, dall’uomo di Neanderthal.

In questo modo si punta a cogliere l’attenzione non solo dei più piccoli e ad imparare interagendo con il percorso. Le differenze tra il nostro piede e quello dei neanderthaliani saltano subito all’occhio.

Ad esempio il nostro è un piede più lungo con falcate maggiori dovute alla maggiore altezza, mentre quello dell’uomo di Neanderthal era sicuramente più piccolo con passi più vicini uno con l’altro in quanto la loro statura media era inferiore a quella dell’uomo attuale. Il loro pollice era probabilmente più divaricato testimoniando un adattamento utile alla corsa. La presenza dell’uomo di Neandethal nella valle del fiume Cesano è documentata da numerosi ritrovamenti di selci e manufatti in pietra ascrivibili all’industria muosteriana. Sono state ritrovate industrie mousteriane da circa 200 mila anni fino circa 40 mila anni fa.

Il pannello sesto (Figura 55) illustra le principali differenze tra “l’abitante” della Foresta e l’uomo di oggi, riportando alcune camminate famose come quella avvenuta sulla luna da Neil Armstrong (luglio 1969), e quella ritrovata a Laetoli (3,8 milioni di anni fa) attribuita all’Australopitecus Afarensis.

Il settimo pannello (Figura 56) mostra, invece, l’evoluzione umana e quali siano stati i rapporti tra l’ Homo Sapiens sapiens e l’ Homo Neanderthalensis, i quali non appartenerono alla stessa linea evolutiva e dalla loro interazione ne uscirono vincenti i sapiens, da cui discendiamo oggi.


Figura 54: Stazione N°4

Figura 55: Pannello N°6

Figura 56: Pannello N°7

Subito dopo aver finito il percorso delle orme, si arriva alla stazione numero cinque chiamata “GLI ABITANTI DELLA FORESTA FOSSILE” (Figura 57). Questa condivide con la stazione precedente il viale che è delimitato a sinistra dalla siepe, che affianca il parcheggio, e a destra dalla staccionata in legno. In questa sosta è possibile ammirare subito una fedele riproduzione di un uomo di Neanderthal. Tale ricostruzione permette al visitatore di rendersi conto delle differenze dell’uomo preistorico della valle del Cesano rispetto all’uomo moderno. Oltre a delle panchine, ove è possibile riposarsi all’ombra prima dell’ultima sosta, sono inseriti altri due pannelli esplicativi. Il primo (Figura 58), che corrisponde all’ottavo in totale, illustra la vita dell’Homo Neanderthalensis, come viveva e cosa mangiava mostrando immagini di alcuni strumenti in selce rinvenuti nella valle. Nel secondo pannello, il numero nove (Figura 59), vengono mostrati i macromammiferi presenti circa 50 mila anni fa nei territori della odierna valle del Cesano e contemporanei all’uomo di Neanderthal.

I più famosi sono sicuramente il bisonte della steppa e il cervo gigante, a testimonianza dei quali ci sono stati diversi ritrovamenti. Altri grandi mammiferi, non meno importanti, sono il mammut, l’orso delle caverne, l’alce, il bue muschiato, ancora vivente, e il rinoceronte lanoso, che hanno

Probabilmente abitato i territori della valle del Cesano durante il Pleistocene.


Figura 57: Stazione N°5


Figura 58: Pannello N°8

Figura 59: Pannello N°9

Usciti dal “corridoio” delle stazioni 4 e 5, dopo qualche metro e dopo una piccola scaletta in legno si giunge all’ultima stazione, il punto di sosta numero 6 chiamato degli “AFFIORAMENTI” (Figura 60).

Come già trattato in precedenza questa stazione, assieme alla terza, rientra tra quelle osservabili solamente nei periodi estivi per i problemi dovuti al livello fluviale, visto che il piano di calpestio è alla stessa quota di scorrimento delle acque nel periodo estivo. In questa sosta è possibile osservare un paio di affioramenti dei tronchi, i quali si trovano ancora in posizione vitale.

L’ultimo pannello presente mostra il lavoro di censimento dei ritrovamenti nella Val Cesano, in particolare nei Comuni di Monte Porzio, San Lorenzo in Campo e San Michele al Fiume (Figura 61).  

Una volta finita la visita si guadagna facilmente l’uscita dal percorso entrando nuovamente nel parcheggio dal lato opposto a quello in cui si era entrati.


Figura 60: Stazione N°6

Figura 61: Pannello N°10